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ARAGONA

REGIONE

SICILIA

PROVINCIA

AGRIGENTO

ABITANTI

8.892

SINDACO

Giuseppe Pendolino

Comune di Aragona

Il 2 agosto del 1604, si aprì a Messina il 49° Parlamento Generale straordinario, presieduto dal viceré spagnolo Don Lorenzo Suarez de Figueroa e Cordoba. In occasione di questo Parlamento, il giovane conte del Comiso, don Baldassare III Naselli, presentò la domanda di fondazione di un nuovo villaggio da fabbricarsi nel suo feudo di Diesi. Il 6 settembre dello stesso anno la domanda del conte Naselli finiva sul tavolo del viceré Lorenzo Suarez, il quale ordinava che si facessero accertamenti sul merito. 

Fu come porre la prima pietra della fondazione del nuovo villaggio, che sarà chiamato come la madre del fondatore donna Beatrice Aragona Branciforti. Così con la “licentia populandi” il 6 gennaio 1606 grazie a Baldassare III Naselli nasceva Aragona.

I Naselli governarono il paese di Aragona sino al 1812, anno in cui fu abolito il feudalisimo. Di seguito si indicano i membri della famiglia che ressero il feudo di Diesi e poi la terra d’Aragona:

  • Baldassare I Naselli: conte di Comiso, fu lui ad acquisire il feudo di Diesi. Dimorò a lungo ad Agrigento e trascorse gli ultimi anni a Comiso.
  • Gaspare I Naselli: figlio primogenito di Baldassare I, si trovò impigliato nelle avventure paterne fino al collo, tanto da espatriare addirittura fuori d’Italia per sfuggire alla vendetta di alcuni nemici. Finì i suoi giorni a Comiso.
  • Gaspare II Naselli detto “Il Conte Rosso”: figlio di Baldassare II sposò Beatrice Aragona Branciforti di Castelvetrano.

Lo stemma adottato dal Comune di Aragona è stato disegnato a partire dal blasone della famiglia Naselli, dal quale si differenzia per alcuni dettagli: la presenza di quattro anziché 3 sfere, la loro collocazione all’interno della fascia centrale anziché nella parte inferiore dello scudo e la conseguente rappresentazione per intero del leone che, nello stemma originario della famiglia feudataria, era soltanto “nascente” dalla fascia.

Monumenti e luoghi di interesse

Miniereun gruppo di miniere site nel territorio di Aragona in contrada MINTINI, comprende le buche che sono ubicate lungo i lati della montagna di Aragona nelle quali per tutto il corso della metà ottocento ed i primi del novecento si svilupparono delle miniere solfifere isolate, tutte con metodi di lavorazioni a carattere artigianale; questi ultimi non ebbero sviluppo a causa della mancanza di adeguati mezzi razionali sia di produzione dello zolfo sia di eduzione delle acque.

Occhio bianco, immerso in un paesaggio collinare e brullo costituito interamente da terreni argillosi, impostato su una zona attualmente adibita al rimboschimento da parte della forestale. L’area, di poche centinaia di metri quadrati, non risulta visibile dall’esterno del boschetto, motivo questo della poca conoscenza del luogo e giace su un piccolo piano ondulato dove si sviluppano i vulcanelli di fango e di cui se ne contano una mezza dozzina. A tale fenomeno è stato attribuito il termine di “vulcanesimo sedimentario” che si esprime con la fuoriuscita di piccole colate di fango sotto la spinta del gas che proviene dal sottosuolo. In queste argille si elevano dei conetti di piccole dimensioni, sopra ai quali si aprono delle piccole bocche da dove fuoriesce fango, acqua salata e gas, i più sviluppati sono solo tre i quali raggiungono un’altezza di pochi decimetri. Esaminando la superficie del liquido alla sommità  di questi coni, si vede un succedersi di bolle quasi in tempi regolari, causati dalla risalita del gas, mentre solo raramente si sente qualche piccolo rumore.

Torre del salto, si trova a 5 Km da Aragona su un banco di arenaria da cui si è domina tutta la vallata del feudo Muxaro e del fiume Platani. È inglobata in un casale costruito alla fine del XVIII sec. ed ha una forma rettangolare; si presenta con tre ordini finestrati: il primo e il terzo con finestre bifore a tutto sesto ed il secondo con monofore a sesto acuto. La sua maestosa mole si erge al centro di tre cortili ove si affacciano le case basse ed uniformi della masseria.
La torre è di origine chiaramontana, anche se i pareri degli studiosi non sono del tutto concordi. Venne edificata dai Chiaramonte nel XIV sec. e, fino al 1500, fungendo da baluardo difensivo dell’intero feudo, al centro del quale sorgeva. 
Originariamente era a tre livelli: il primo adibito a magazzino, il secondo, costituito dal primo piano, adibito a zona notte e il terzo livello, dato dal secondo piano, era composto da un ampio salone con il tetto a botte.
La torre, nonostante le trasformazioni, presenta un fascino particolare per il paesaggio incantevole e solitario in cui si trova, che proietta il visitatore in un lontano passato feudale. 
Suggestivo è anche ciò che resta dell’antico mulino di Cacarodduli, adagiato su una costruzione più antica visitabile nell’omonima contrada.

Le necropoli di Caldare e San Vincenzo, sono la testimonianza di un lontanissimo passato, di un insediamento urbano che, forse, è durato per tantissimi anni per poi dissolversi nel nulla con il mutare della situazione ambientale e demografica. Nelle necropoli sono state trovate tracce che fanno risalire a 3.500 e a 1.300 anni avanti Cristo, che testimoniano come in questi due periodi del passato vi sia stato un insediamento urbano.

 

Enogastronomia, arti e mestieri

È presente la miniera per l’estrazione di zolfo solfara Mandra, oggi inattiva.

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.

La prima domenica dopo Pasqua ad Aragona si svolge la sagra del tagano. Il piatto che ad Aragona simboleggia la Pasqua è u taganu una pietanza a base di pasta, uova, tuma. Il nome deriva dal tegame in cui viene cucinato nel pomeriggio del Sabato Santo per essere consumato il Lunedì dell’Angelo. Cotto in forno almeno per due ore si può mangiare freddo o caldo. Il piatto si può gustare accompagnato da vino novello bianco.

Un altro piatto tipico della cucina aragonese è la ‘mbriulata o imbriulata, che consiste in un impasto di pasta di pane salato arrotolato, farcito al suo interno da vari ingredienti: olive, cipolla e tritato di maiale condito con olio d’oliva, sale e pepe.

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