Le comunità energetiche rinnovabili (CER) consentono l’autoproduzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili da parte di più soggetti e rappresentano un’opportunità, finalmente realizzabile nel nostro Paese, di uscire dalla dipendenza dalle fossili partendo dal basso e dare gambe alla transizione energetica.
Una rivoluzione energetica in atto particolarmente interessante per i piccoli comuni. Il PNRR prevede infatti ben 2,2 miliardi di euro da destinare allo sviluppo di comunità energetiche per i Comuni sotto i cinquemila abitanti, definendo criteri e modalità per la concessione di finanziamento a tasso zero, attraverso la realizzazione di impianti di produzione di rinnovabili anche abbinati a sistemi di accumulo di energia. Un’opportunità che proietta i borghi italiani nel futuro.
IL CONVEGNO
Di questo si è parlato in un incontro a Roma, nella sala conferenze del palazzo Theodoli-Bianchelli, presenti Francesca Troiano, parlamentare, che ha organizzato un confronto sul tema “Autonomia e indipendenza energetica: la sfida in campo”, al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Chicco Testa e Alfonso Pecoraro Scanio. Tra i Sindaci italiani che hanno dato vita alle Comunità Energetiche, presente anche Lucilla Parisi, Sindaca di Roseto Valfortore, Piccolo Comune del Welcome pugliese.
«L’energia è il tema dei temi sul quale siamo tutti chiamati a riflettere con grandissima attenzione e senso di responsabilità. Polemizzare sulle cose non fatte o fatte male serve a poco, i cittadini chiedono risposte e la politica ha il dovere di organizzare le risposte alle legittime attese dei cittadini», ha detto Francesca Troiano.
Sicuramente il tema centrale è quello euromediterraneo non solo dal punto di vista energetico, è stato detto durante il confronto: il Mediterraneo, infatti, è la vera sfida politica che l’Italia e l’Europa devono vincere insieme.
I PICCOLI COMUNI
Ma grande attenzione va naturalmente rivolta anche alle aree interne dell’Appennino italiano, soprattutto ai Piccoli Comuni, vero motore dello sviluppo eolico realizzato in questi due decenni. È proprio nei Piccoli Comuni del Mezzogiorno che si sta diffondendo l’esperienza delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili). Il territorio del Sud ha un “sistema” molto ricco di relazioni territoriali: sole e vento rappresentano dunque il “capitale” che unisce le diverse comunità, spingendole a condividere e redistribuire questa enorme ricchezza immateriale.
ROSETO VALFORTORE
Proprio su questa capacità è intervenuta la Sindaca Lucilla Parisi: «Le piccole comunità energetiche possono diventare laboratori di start-up, perché sono esempi di buone pratiche che potrebbero dare tanto»
Il territorio del Comune di Roseto Valfortore è orograficamente vocato per la produzione di energia, tra alte colline, boschi e antichi mulini ad acqua sul fiume Fortore.
Roseto può ospitare piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili, anche utilizzando altre tecnologie oltre l’eolico, per autoconsumo (prosumer) e per il mercato.
Ma per la nascita delle CER c’è la nota dolente e la Sindaca Parisi non esita a rinforzare il tono: «La burocrazia con le sue lungaggini ci danneggerà anche sulle possibilità che il PNRR offre: bisogna pensare ad una legiferazione ad hoc per le realtà cosiddette “minori”», sostiene la Parisi. E su autonomia ed indipendenza economica: «Abbiamo la reale possibilità di raggiungere questa autonomia in modo sinergico tra pubblico e privato.
Le CER – ha concluso la Sindaca Lucilla Parisi – potrebbero essere un inizio, ma con i Piccoli Comuni protagonisti di questa svolta. Iniziare dalle CER per allargarsi alle Green Communities. Noi abbiamo iniziato». Visti i risultati di Roseto Valfortore, c’è da crederle: su iniziativa del Comune di Roseto Valfortore si è costituita la prima Comunità Energetica Rinnovabile della Puglia.
Gabriella Debora Giorgione
(le immagini del tavolo di confronto a Roma)