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DIARIO DEL CAMPER

TAPPA di CELLE di SAN VITO

 

Il paese del tempo lento. Lento come la strada per arrivarci, tornanti a gomito duri e bui, tra neve e vento e asfalto bruciato dal ghiaccio.
Gli ultimi seicento metri li percorriamo guardando come un miraggio le luci del paese che si avvicinano.
#Ventotene resta bloccato dal dedalo imprevedibile di vicoli. Una signora si avvicina e ci guida, a piedi e sotto la pioggia gelida, verso la “strada grande”.

Si chiama #accoglienza ed è un sentimento che non ti fa avere #paura del “nuovo” che arriva.
A Celle di San Vito c’è solo “Le fontanelle”, unico bar del paese che fa anche da ristorante.
Camino acceso, tutti uomini, il mazzo di carte, le birre stappate.
Vincenzo ci sorride, resta perplesso dalla mia voglia di tisana calda che vedo dietro al bancone.

Francesco è già seduto accanto al camino e chiacchiera. Angelo si avvicina, Gianpaolo guarda tutto dall’obbiettivo, io mi siedo, all’inizio silenziosa.

Dopo quindici minuti siamo quattro nuovi cellesi nell’unico luogo di ritrovo del #Comune più piccolo della #Puglia.
Qui le elezioni comunali sono “faide” familiari, ma pare che la #Sindaca da dieci anni governi tutto e tutti in piena armonia.
“Beh, una donna così io la devo assolutamente conoscere e stringerle la mano!”: a Tony non lascio scampo. Maria Giannini è una donna minuta, energica, diritta.
Lei fa la guardia carceriera, quando è in Comune prepara il #caffè a casa e col thermos lo porta ai dipendenti, vive in una casetta incantata che all’ingresso ha una panca di legno con tanti peluches seduti.
Ogni #Natale, insieme a sua sorella, decora personalmente tutto il paese.
Appena rientrata dal lavoro fuori paese, ci saluta e ci ascolta. Non si siede, ha fretta di prendere sua sorella all’arrivo del bus. Prende il “Manifesto”, promette di leggerlo, ma dagli occhi e dalle parole emana la disillusione ricevuta dai tanti tentativi di “fare qualcosa per il mio paese” arenati sulle scrivanie di qualche Palazzo, Prefettura compresa, che qui voleva mandare i #migranti.

Su tutto, svetta la sua voglia di non arrendersi, di continuare a progettare e sognare un #futuro bello per la sua Celle e soprattutto per i #giovani che ancora sono qui.

Maria, la sorella di Vincenzo, non sa come scusarsi: lei gli ospiti proprio non li aspettava, qui a Celle arrivano solo d’estate, può darci solo “due fagioli”, un affettato, una bistecca.

Raccontiamo del #digiuno di Angelo e la rassicuriamo: per noi basta davvero un po’ di pane…Ci guardano ancora più straniti di quando siamo arrivati. Vincenzo e Tony restano con noi, il camino scoppietta ancora, la notte avanza.
Ventotene ci accoglie un po’ freddino, anche per lui è dura a meno due gradi. Le cuccette ci avvolgono, il sonno vince.

Il suo canto è uno squarcio. Un gallo! Un gallo che canta mentre è ancora buio. Un gallo al centro di un paese. Un gallo al posto della sveglia elettronica, della tv che si accende prepotente, del telefonino che ogni mattina ti guarda livido di pixel. Un gallo, che sa sempre che ore sono anche se non lo programmi, che ha “il tempo” interiore, ma un tempo lento, in cui un’ora dura un’ora, un giorno dura un giorno.
Il #Municipio di Celle di San Vito è in uno slargo del lungo viale principale del paese.
Mara, Eleonora, Andrea e Francesco ci aspettano: sono quattro #giovani di Celle in servizio civile nel loro Comune.
Saliamo nella Sala Consiglio, la stanno sistemando, ci sediamo a parlare, Angelo e Francesco parlano di #cooperative di #comunità, loro raccontano che qui l’attività principale è l’agricoltura, Angelo spiega che il futuro è possibile, che la #restanza è possibile: “Il futuro devi andartelo a prendere”, chiosa Eleonora. Sono belli, questi #ragazzi. Belli e ricettivi. Belli e pieni di voglia di restare.
Nel pomeriggio ci guidano nei vicoli, ci mostrano le Chiese, raccontano la storia di Celle, parlano e cantano nella loro lingua, il #francoprovenzale, che li rende “minoranza” resistente a qualunque tentativo di fusione, accorpamento tra Comuni.
Ogni tanto attenuiamo il vento sferzante imbucando ingressi di #case come quella di #Agnesina, la #maestra del paese, 85 anni e una lucidità mentale e analitica superiore a un broker della City: parla di passato e di futuro, di ristrutturazione delle case, di costi, manodopera. Le farebbero piacere, le #Cooperativedicomunità: “se gli stranieri vengono per lavorare e per dare nuova vita, sono i benvenuti”, dice Agnesina, mentre racconta che “un tempo” c’era il “giusto tempo” per tutto: anche per le #olive che si raccoglievano a mano e mai così in anticipo come si fa oggi con quelle “macchine” che strappano via tutto, anche le piccole foglioline che servirebbero per la pianta futura.
Si stringono le mani serrate e intrecciate, #Angela ed #Eleonora, mentre Agnesina parla. Angela oggi ha fatto il suo primo esame all’Università ed è raggiante. Racconta orgogliosa del fidanzato Alessandro e di quanto fortemente entrambi desiderino restare a Celle di San Vito. Eleonora, invece, il fidanzato ce l’ha fuori. Anche lei vorrebbe restare, ma per ora studia, poi si vedrà. Mara le guarda, lei il fidanzato non ce l’ha ancora, ma per lei adesso è importante il lavoro, qui, nel suo paese.

Anche Olga è una “ragazza di 85 anni”: impettita, energica, piena di vita e voglia di parlare, i capelli appena fatti, i monili.

Resta in piedi per “dominarci” con i suoi racconti del fidanzato in Argentina mai più tornato, della scuola di ricamo, spera nel futuro per questi ragazzi, benvengano i ragazzi giovani migranti, almeno ci sarebbe vita nuova, qui a Celle.
Vincenzo e Anna sono i genitori di Alessandro, il fidanzato di Angela. Ci accolgono davanti ad un camino a fiamma altissima: Vincenzo lavora nei campi da sempre, se ne era anche andato da Celle, ma poi è rientrato. Due figlie fuori, Alessandro invece proprio non vuole andarsene e con Angela vuole formare la sua famiglia qui, dove il tempo è lento, davanti ai camini è nei vicoli.
La #SeaWatch3 fra poco attracca e i 47 passeggeri, le #personemigranti, non “i migranti”, fra poco scenderanno. Preparo la diretta Facebook, ma poi la stacco. Direzione #Catania: la fanno andare a #Catania.

È salpata. No, ha un guasto. Bloccata, di nuovo bloccata. Un tiraemolla emotivo e psicologico disumano.
La neve scende, il camino è ancora ardente e caldo.

Aspettiamo fino a mezzanotte, la SeaWatch non è ancora partita da #Siracusa. Lento, ma un tempo lento di sofferenza, però.
Domani speriamo di partire. Domani speriamo che il gallo canti, canti nuovo. Non solo per noi.

di Gabriella Giorgione
#SeaWatch #Siracusa #sbarchi #OpenThePorts

COMUNE DI CELLE SAN VITO

REGIONE

PUGLIA

PROVINCIA

FOGGIA

ABITANTI

163

SINDACO

Maria Giannini

Comune di Celle San Vito

Di fronte al Monte San Vito, su di una rocciosa montagna alta 735 metri , circondata da altre di non minore importanza e da vallate che le fanno da bella corona, sorge CELLE DI SAN VITO. E’ il più piccolo e grazioso paese della provincia di Foggia e della Capitanata e fa parte della Comunità Montana del Subappenino Dauno Meridionale.
Il paesello è tra il sorriso dei fiori profumati e il verde dei ricchi frutteti; gode inoltre di un’aria salubre e le sue fonti sono limpide e fresche da rendere piacevole e riposante il soggiorno.
Da qui si possono dominare i poetici valloni, la piana del Tavoliere e, nelle giornate prive di foschia, ogni tanto, anche i monti del Gargano. Il clima è quello tipico appenninico con inverni freddi ed estati fresche.

La neve è di casa e spesso crea difficoltà e che a volte sembra d’essere catapultato in un era già passata, quella dei nostri antenati che non conoscevano né luce e né riscaldamento e altre comodità per sopravvivere.

Queste sono le condizioni che gli abitanti di Celle si trovano a vivere. La neve arriva a toccare livelli che è impossibile immaginare e se anche crea qualche difficoltà è bella da osservare perché non toccata e sporcata da chicchessia: brilla come tanti diamanti sparsi nel verde e le vallate, sotto i raggi del sole. I venti predominanti sono la Bora che spira da Nord, fredda e pungente e lo scirocco (Favùgne) meglio conosciuto come Favonio, proveniente da Sud a volte caldo e a volte umido, e causa dei gravi danni soprattutto all’agricoltura che è l’attività predominante del paese.
Monumenti e luoghi di interesse
Enogastronomia, arti e mestieri
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