DIARIO DEL CAMPER

TAPPA di VOLTURARA APPULA

Benvenuti a Volturara Appula

 Avrei voluto farvelo sentire, il vento.
Nei vicoli di Volturara Appula ti tende agguati improvvisi al girare di un angolo.
Un attimo prima il silenzio assoluto, la suola delle scarpe che gracchia sui ciottoli.
Uno svicolo dopo, le orecchie non ce la fanno a contenerne i sibili, la bocca chiusa, la testa bassa per non essere spazzata via.
A Volturara arriviamo nel tardo pomeriggio, la salita, la discesa, le colline verdi e le pale che girano sul loro dorso, poi altra salita e poi altra discesa, e poi finalmente il cartello che ci apre il paese.

La piazza si offre subito. #Ventotene parcheggia davanti al “Roxi Bar”, ma non ordina un whisky.
Sono Francesco e Gianpaolo, ad andare in avanscoperta di questo che è l’ottavo Comune visitato da #ilcamperdelwelcome: io e Angelo restiamo bloccati da un’intervista al telefono.
Tempo dieci minuti: il #bar è di un Consigliere comunale, abbiamo già un posto dove stazionare con Ventotene per la notte, l’indomani alle 9 il #Sindaco #LeonardoRusso ci attende in Comune.
La forza di questo viaggio sta anche in questo quartetto in cui persone eccezionalmente diverse una dell’altra lavorano straordinariamente, ciascuna con la propria forza individuale, per incontrare le nuove #persone che Ventotene scopre in ogni tappa.
(in verità bisticciamo spesso, ma poi in fondo siamo un bel quartetto ?).
Marcello Cilfone è il figlio di Antonio, il proprietario del Roxi:
“Qui a Volturara noi #giovani siamo forse un po’ pigri e aspettiamo che le cose arrivino invece di pensare con la nostra testa e costruirle. Abbiamo tantissime cose belle, noi prima eravamo anche sede vescovile, avevamo la Pretura, le scuole. E poi abbiamo il nostro “brand”: l’acqua. Insomma, le potenzialità ci sono tutte!”.
Nel bar, tutti uomini, birre a fiumi.
La #resistenza a parlare di accoglienza di #personemigranti si taglia col coltello, giovani e anziani che siano.
Chiediamo un ristorante, ma il primo è almeno a venti chilometri da qui.
Chiediamo un B&B, ma non possono ospitarci con così scarso preavviso per preparare le camere.
Benediciamo Ventotene e le sue cuccette e anche Francesco che, insieme a Gianpaolo, si lanciano in una pasta alle zucchine che poi risulta superba.
La notte scorre veloce, la temperatura più clemente rispetto a Celle di San Vito ci inganna e ci fa poltrire troppo.
È tardi, il Sindaco ci aspetta.
La giornalaia resta di sasso: “Oggi non mi crederanno che ho venduto tutti i giornali, non è mai capitato!”
La corsa nei vicoli ci impedisce di soffermarci ancora a parlare con Antonio che mentre ci accompagna parla al telefono col Sindaco: “No, no. Niente migranti, tranquillo, gliel’ho detto, ieri sera”.
Leonardo Russo è austero, appena entriamo guarda l’orologio, ha ancora il cappotto addosso, la penna in mano, guarda i fogli che ha davanti a sé in segno di difesa.
Angelo parla a lungo, scambiano, scambiamo, lui pare distendersi. Racconta di avere lavorato tanto, per il suo paese. È in #campagnaelettorale, a #maggio si vota, la fazione avversaria affilata e pronta a dargli #battaglia.
Ascolta il “welcome”, ne resta meravigliato, ci racconta orgoglioso della casa per anziani che vuole aprire per “dare lavoro ai suoi giovani”. Sa bene che è una soluzione “senza futuro”, ma tant’è.
Il cappotto lo ha tolto, adesso l’orologio non lo guarda più, ci descrive i 500 ettari di bosco comunale, la struttura alberghiera a bungalows, le centinaia di case vuote, in fitto e in vendita: di tutto questo, nessuno si occupa.
Ci esorta: “Fate un giro nel paese, fatevi un’idea delle sue potenzialità, magari fatemi una proposta”. Non riusciamo a spiegargli che non siamo imprenditori in cerca di affari.
Però il colloquio si è comunque trasformato in un incontro, magari rimandiamo a dopo le elezioni.

L’ora non è tarda, giriamo nei vicoli tra vento e riprese video e foto. C’è uno slargo e c’è un bel panorama. Silezioso si avvicina Antonio, occhi chiari e una pelle di porcellana. Si scusa, ha gli abiti da lavoro, ha appena sistemato il “ripasso” delle sue vinacce. Ci accompagna.

Guida Gianpaolo attraverso vicoli e Chiesa Madre che ha un doppio scalone: anticamente uno serviva “pro viris” e l’altro per le donne. Si entrava in Chiesa separati, anticamente, anche perché, proprio sullo scalone, il vento faceva le bizze e alzava le vesti alle signore.

Antonio è un Segretario Comunale quasi in pensione. Ma l’inaspettata scoperta umana è che ha perso un figlio e che nonostante questo dolore ha continuato a studiare la storia, la cultura e la lingua e le tradizioni di Volturara: tutto raccolto in milleduecento pagine di preziosa memoria storica.

Oggi produce vino. E dipinge. E incontra e coccola i “forestieri” che vogliano visitare la “sua” Volturara.
Al pranzo ci pensa Donato, macellaio ex poliziotto, dal quale compriamo “souvenir golosi sottovuoto” da portare a casa e anche da assaggiare per un pranzo veloce.
La cura del maiale, da queste parti, è proprio una cultura.
Ce ne siamo accorti arrivando in paese, un maiale appena ucciso appeso davanti ad un’abitazione che dava sulla strada.
È tardi. #Molinara ci aspetta. È il #Comune numero 9 e stasera firmerà l’adesione al “Manifesto per una rete dei #piccolicomuni del #welcome”.
Porta del Camper serrata, scalino retratto, “chiusura Righetti” inserita. Curve e nuvoloni neri a ciuffi ci aspettano.

di Gabriella Giorgione

COMUNE DI VOLTURARA APPULA

REGIONE

PUGLIA

PROVINCIA

FOGGIA

ABITANTI

401

SINDACO

Leonardo Russo

Comune di Volturara Appula

Volturara Appula è un borgo del Subappennino Dauno, importante zona naturalistica e storica della provincia di Foggia. Il suo nome deriva dal vento libeccio, che in queste terre è presente tutto l’anno. Il borgo è adagiato su di un colle situato a pochi chilometri dal fiume Fortore, che con il suo tracciato plasma paesaggi rigogliosi e verdi.

Volturara è infatti circondata da numerosi boschi e da sorgenti di acqua sulfurea, nel triangolo formato da Campobasso, Foggia e Benevento.

L’impianto urbanistico è di impronta medievale, periodo particolarmente fiorente per la cittadina che divenne un importante centro amministrativo, grazie alla sua localizzazione strategica come via di passaggio delle carovane.

Alcune fonti storiche riconducono la fondazione del borgo all’anno 50 a.C. per opera degli Uluri che vivevano in piccole grotte, “i rutt”, efficaci ripari contro il popolo degli Apuli, che in seguito li sottomisero.

Nel periodo medievale il borgo venne dominato da diverse famiglie feudatarie: prima i Gonzaga, poi i Carafa, quindi i Caracciolo e infine i Pignatelli, mantenendosi sede vescovile fino al 1818.

In epoca moderna, dopo la caduta di Gioacchino Murat e la conseguente restaurazione Borbonica, Volturara divenne un attivo centro ‘carbonaro’.

Monumenti e luoghi di interesse

Ex cattedrale romanica del XIII secolo, con possente campanile a torre. Di stile romanico pugliese, conserva al suo interno un altare policromo del XVII secolo e alcune tele seicentesche raffiguranti i santi Pietro e Paolo.

Santuario della Madonna della Sanità, risalente al XVI secolo. La leggenda narra che fu fatto edificare dal marchese Bartolomeo Caracciolo in segno di riconoscenza per essere rimasto illeso dopo una brutta caduta da cavallo, o a seguito di un incidente con la sua carrozza.

Chiesa del Carmelo: piccolo tempio della seconda metà del ‘700, sede dell’omonima confraternita.

Palazzo Ducale Caracciolo, del XVI secolo, rimaneggiato e trasformato in residenza civile.

Palazzo Cairelli (già Pignatelli, e già sede della curia vescovile di Volturara e Montecorvino).

Taverna e mulino di Campolattaro

Antico Ovile Scaraiazzo, impiegato al tempo della transumanza.

Tratturo Castel di Sangro-Lucera: entra in Volturara dalla Crocella di Motta, attraversa la valle del torrente La Catola, sale da Campolattaro verso il Monte Sant’Angelo e, poco dopo la Crocella di Sant’Angelo, prende a costeggiare brevemente il confine con San Bartolomeo in Galdo per poi inoltrarsi nel territorio di San Marco la Catola.

Tratturello Volturara-Castelfranco: diramazione del precedente, si dirigeva a Castelfranco in Miscano passando per San Bartolomeo in Galdo e Roseto Valfortore, terminando poi il suo percorso alle Tre Fontane di Greci ove confluiva sul tratturello Camporeale-Foggia.

Sentiero boschivo in località Bufera (Vufara).

Bosco Sant’Antonio in località Macchia Rossa, non distante dalla vecchia via per San Marco La Catola.

Enogastronomia, arti e mestieri

Eventi
Festa di Maria Santissima della Sanità, durante la quale una statua lignea della Madonna con in braccio il Bambin Gesù, rivestita delle ricche donazioni votive accumulate negli anni, viene portata in processione per le vie cittadine.
Festa dell’Emigrante (ad agosto)

Fiera di San Luca, il 18 ottobre. Istituita, secondo la tradizione, da Federico II di Svevia è nota per la contemporanea sagra dell’anguilla che si tiene da oltre cento anni.

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