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GIUGGIANELLO

REGIONE

PUGLIA

PROVINCIA

LECCE

ABITANTI

1.148

SINDACO

Luca Benegiamo

Comune di Giuggianello

Il più piccolo comune della provincia di Lecce, il territorio di Giuggianello ha una superficie di 1006 ettari.
Confina a nord con il Comune di Palmariggi, ad ovest con i comuni di Muro Leccese e Sanarica, a sud con il comune di Poggiardo e Sanarica, ad est con i comune di Giurdignano e Minervino di Lecce.

Dal punto di vista storico-medioevale, il territorio era diviso in tre parti: Quattromacine, Plisano, Giuggianello

QUATTROMACINE
Quattromacine è un casale medioevale tra Bisanzio e l’Occidente. E’ posto sulla cima della Serra di Giuggianello ad una quota di 104 – 6 m. sul livello del mare. Le tracce archeologiche in superficie si estendono per un’area di quasi due ettari

POLISANO
La quota parte di Polisano abbracciava anticamente il territorio del casale omonimo posto a nord ovest dell’attuale centro abitato.

GIUGGIANELLO
L’antica terza quota del territorio di Giuggianello si estendeva a sud est dei casali di Polisano e Quattromacine. Si ritiene che abbia preso il nome da una vasta tenuta di giuggioli (ziziphus jujuba) ch esisteva a valle. Gli abitanti inizialmente vivevano in     contrada “Muntemasciu“ (Monte Maggio) poi per la mancanza di acqua e per la presenza di una gran quantità di serpi discesero a valle dove per l’abbondanza di acqua, per il terreno pianeggiante e fertile, cominciarono a dedicarsi alla coltivazione delle terre rimaste in precedenza senza coltivo perché ritenute paludose e improduttive. Secondo altri storici Giuggianello avrebbe preso il nome dal Centurione o da altro comandante della stazione romana.

Nel 1434, sotto il governo di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, Giuggianello ottenne il privilegio della delimitazione del proprio feudo rispetto ai paesi limitrofi. Il primo feudatario fu Ugo di Bonavilla, mentre nel 1549 era di proprietà di Roberto Venturi. A contendersi il feudo ci furono nei secoli i Martino, i Basurto, i Guarini e i Veris. Nel 1641 venne acquistato da Giovan Battista Lubelli, il quale ottenne il titolo di Barone. Nel 1749, con l’estinzione della famiglia Lubelli, il feudo ricadde nel Regio Fisco e venne acquistato dalla Chiesa di Otranto che ne esercitò il controllo fino all’eversione della feudalità (1806).
Nel 1827 Giuggianello era un piccolo comune di circa 600 abitanti, la cui popolazione era dedita esclusivamente all’agricoltura.

Monumenti e luoghi di interesse

Chiesa di Sant’Antonio Abate, u edificata nel 1781 sul sito di una preesistente costruzione edificata per volere di Giovanni Maria Mastrangelo, arciprete di rito greco del paese.

Cappella della Madonna Assunta, È erroneamente detta della Madonna dei Poveri per via del cimitero che si estendeva intorno fino al 1892 e che accoglieva le salme dei cittadini più poveri della comunità, oltre a quelle degli associati alla Confraternita dell’Assunta.

Cripta di San Giovanni Battista, la cripta di San Giovanni Battista, di origine bizantina, risale al X-XI secolo. L’ipogeo appartiene a un insediamento rupestre la cui data di fondazione è collocabile al 953 d.C. Inizialmente adibito a luogo di culto dei monaci basiliani di rito greco, divenne una cappella cristiana di rito latino dove si continuò a venerare San Giovanni Battista.

Palazzo Frisari-Bozzi Colonna, un importante esempio di architettura extraurbana del Salento.

Palazzo Pirtoli

Frantoio ipogeo

Castello dei Lubelli, il primo disegno difensivo del casale di Giuggianello si deve a Roberto Venturi, feudatario dal 1549.

Siti Archeologici: Menhir Polisano, Menhir Croce caduta, Dolmen Stabile, Dolmen Ore, Massi della Vecchia, Furticiddhu della Vecchia, Letto della Vecchia, Piede d’Ercole

Il giardino botanico “La Cultura”

Tradizioni e folklore

Giuggianello è prettamente agricola: olio e ortaggi sono le principali produzioni.

Tradizione importante del luogo sono le Tavole di San Giuseppe si allestiscono in occasione della festa di San Giuseppe. Le famiglie devote approntano delle grandi tavole imbandite con grossi pani circolari a forma di ciambella, raffiguranti alcuni simboli che rappresentano i “santi” che fanno parte della tavola. Il numero dei “santi” è sempre dispari e va da un minimo di tre ad un massimo di tredici e vengono interpretati da persone care alla famiglia che allestisce.

La sera del 18 marzo, dopo la processione e la benedizione delle tavole, a tutti i visitatori, sono offerte le tradizionali “pucce” benedette.
A mezzogiorno del 19 marzo avviene la consumazione delle pietanze.
Il devoto che ha allestito la tavola bacia per primo i grossi pani, che dovranno essere poi baciati dal “San Giuseppe” prima di essere consegnati ai “santi”. Anche le altre pietanze sono servite prima a colui che interpreta San Giuseppe e poi agli altri “santi”. Per tradizione la Madonna deve essere interpretata da una ragazza nubile.

Queste tavole vengono realizzate a Giuggianello e nei paesi vicini di Giurdignano, Uggiano la Chiesa, Casamassella, Cocumola e Minervino di Lecce. L’usanza è praticata anche nei comuni tarantini di Lizzano e San Marzano di San Giuseppe.

I Comuni del Welcome

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