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Nahar la fulgentissima. Naro è un piccolo comune nella provincia di Agrigento. Da Palermo, un viaggio paziente tra interruzioni, deviazioni, strade provvisorie, anche scegliendo il “percorso blu”.
E’ la rappresentazione plastica dell’immaginario della Sicilia che è preziosa perché “nascosta” dalle difficoltà per raggiungerla, toccarla, respirarla, viverla.
Il bianco è “uno strumento” per respingere il caldo. Sembra fatto apposta, quando Angela sale in auto la guardo e mi sento “a posto”, allineata con lei che questo caldo sembra attraversarlo senza esserne minimamente scalfita.
Angela Natoli per me assomiglia a Puck, lo “spiritello” shakespeariano che smuove le fila della storia. Il suo “caos” in Sicilia sta generando un “distretto del Welcome” notevole per numero di piccoli comuni che stanno aderendo e per la qualità degli annodi, sia in termini progettuali che relazionali.
Sono in Sicilia per qualche giorno e con Angela abbiamo organizzato un’agenda di incontri con i Sindaci, l’unica che è stato possibile incastrare anche con le loro agende. Poco male, commentiamo durante il viaggio: come si dice, è segno che si deve tornare quanto prima.

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Nahar, la fulgentissima: un po’ mito un po’ leggenda

Nahar, chiamata “Fulgentissima” da Federico II di Svevia, che le diede tale titolo nel parlamento di Messina del 1233 annoverandola fra le 23 Regie o Parlamentarie del Regno di Sicilia, Naro è uno dei gioielli sconosciuti di questa Sicilia ricchissima di storia di tesori d’arte e testimonianze archeologiche di valore.
Dopo la salita che dallo svincolo ci porta all’ingresso di Naro, il saluto ce lo porge il giudice Rosario Livatino, il cui volto giganteggia nel murales inaugurato a luglio scorso sulla parete esterna della scuola sant’Agostino.
Questo, come tanti altri murales che stanno cambiando il volto della città, è stato realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, trasferiti a Naro ormai da mesi per questo progetto.

Fulgentissimo barocco

Un dedalo di vicoli, ai lati i palazzi che alternano architettura moderna in cemento e blocchi di caseggiati barocco giallo tufo che risplende sotto al sole cocente, neanche i filtri degli occhiali da sole riescono a ripararti dal “fuoco” che sembra acceso. Nahar, l’hanno chiamata gli arabi, che vuol dire “fiamma”, e adesso mi spiego perché.

Nahar e la sua Sindaca

Ci chiama al telefono, Maria Grazia Brandara, Sindaco di Naro, dicendoci che ci aspetta nel suo studio, al Palazzo di città. E’ proprio alla fine del percorso in salita, rigoroso sbagliare strada un paio di volte e mettere alla prova le abilità di guida e manovra di mio marito, alle prese con “macchina lunga in vicolo stretto in cui rotare di senso in 15 centimetri”. Ma gli ingegneri “funzionano” e lui ce la fa, come sempre. Chissà come ci sono riuscite le troupe di Rocco Mortelliti, quando hanno girato qui “La scomparsa di Patò”.

Il Palazzo di Città è in un ex Convento che avrebbe bisogno di qualche restauro. Nello studio, pianta rettangolare e grande tavolo ovale al centro, tra camino e bandiere davanti a finestroni alti, seduto a chiacchierare insieme a Maria Lo Bello e altre due persone, riconosciamo Pietro Barone, il cantante de “il Volo”, narese di nascita e che – ci dice la Sindaca – torna a Naro appena può per respirare un po’ di serenità.
Entriamo, ci salutiamo, neanche il tempo di una foto insieme e siamo già seduti al tavolo ovale.

Cordiale ed energica, Maria Grazia Brandara, ci riceve con affetto e risolutezza. Abbiamo poco tempo, la seduta della Giunta è convocata a breve. Presentiamo il Manifesto del Welcome alla Sindaca e agli assessori, ascoltiamo e rispondiamo alle domande, leggiamo qualche passo del nostro Manifesto.

Nahar la fulgentissima e preziosa

Poco dopo l’ingresso, sulla sinistra, quasi nascosta, la Biblioteca Feliciana del comune di Naro, fondata nella seconda metà del XVII secolo da Fra Saverio con l’aiuto economico della sorella Donna Felice a cui la Biblioteca è dedicata.
Ha un patrimonio librario di circa 13.000 volumi, costituito da 23 incunaboli, 400 cinquecentine, 56 manoscritti e numerose opere di vario genere. Il volume più pregiato è il codice pergaminaceo in scrittura gotica libraria miniata in oro dagli abili amanuensi e decoratori che ne curarono i fregi.
E poi, la Bibbia poliglotta, uno dei rari esemplari in tutto il mondo. La sosta prima di salire è stata d’obbligo, siamo stati rapiti da questo patrimonio materiale e “immateriale”, che racconta di Naro città del Dialogo, dell’accoglienza delle diversità, della accessibilità del sapere.

La firma

Il momento della firma del Manifesto è sempre un po’ emozionante. Ci alziamo, facciamo spazio all’originale che reca le firme di tutti i Sindaci e le Sindache d’Italia che fino ad oggi hanno aderito (qui per farne richiesta).
La ferrea Segretaria amministrativa della Rete, Filomena Costanzo, ci ha affidato il Manifesto con mille raccomandazioni di custodia, lo mostriamo alla Sindaca Brandara raccontando qualche viaggio del nostro camper, ricordando qualche Sindaco che purtroppo ci ha lasciati prematuramente.
La Sindaca Brandara si impegna ad attuare nel suo piccolo comune le azioni del Manifesto e, su queste parole, procediamo alla firma ufficiale.

Gabriella Debora Giorgione

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