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POLIZZI GENEROSA

REGIONE

SICILIA

PROVINCIA

PALERMO

ABITANTI

2.975

SINDACO

Gandolfo Librizzi

Comune di Polizzi Generosa

Il primo insediamento storico dell’odierna Polizzi risalirebbe al IV secolo a.c., ma il nucleo attuale della cittadina si sviluppò durante il periodo della dominazione bizantina. Nell’ 882 Polizzi venne conquistata dagli arabi e ne rimase sotto il dominio fino al 1082 quando il castello fu espugnato dai normanni di Ruggero I. Polizzi divenne successivamente città libera e nel 1234 con un diploma di Federico II di Svevia ricevette l’appellativo di Generosa. Nella seconda metà del 1300 Polizzi divenne per un breve tempo feudo della famiglia Ventimiglia ma gli abitanti si ribellarono chiedendo aiuto al futuro re Martino I. Quando Martino divenne re, ricompensò Polizzi che lo aveva appoggiato rinnovandone i capitoli di città demaniale.

Ma le angustie finanziarie in cui versava la corte aragonese portò alla vendita di alcune città demaniali e Polizzi venne ceduta a Raimondo Caprera. Il dominio di Caprera diede luogo a numerosi soprusi e gravò la popolazione con ingenti tasse. Gli abitanti raccolsero così la cifra di 10.000 fiorini e chiesero a re Alfonso di Aragona di potersi riscattare e tornare ad essere una città libera. Nel 1443 per volontà del re, Polizzi tornò ad essere città demaniale e venne decretato che nessuno potesse più possederla in qualità di feudo. Inoltre i cittadini furono autorizzati a prendere le armi e combattere chiunque volesse nuovamente conquistarla.

Nel 1535 l’imperatore Carlo V d’Asburgo per ricambiarne l’ospitalità riconfermò a Polizzi il titolo di Generosa, e donò alla città il suo baldacchino che viene tuttora conservato nella Chiesa Madre. Polizzi era un crocevia fondamentale per gli scambi tra le città di Palermo e Messina e quando la peste nel 1600 ne decimò la popolazione, cominciò a decadere. La decadenza di Polizzi sùbì un’ulteriore accelerazione con l’abolizione degli ordini monastici voluta dal vicerè Tanucci. Polizzi, infatti, poteva vantare la presenza di numerosi conventi tra cui quello dei Gesuiti e di essere anche sede di un tribunale dell’Inquisizione retto dai domenicani. Una piccola curiosità è legata alla città di Polizzi: è stato il primo comune della Sicilia a ricevere l’illuminazione elettrica nel 1901.

I Comuni del Welcome

Monumenti e luoghi di interesse

Cittadina nobile e dalle innumerevoli emergenze monumentali, artistiche, ambientali e storico-culturali quella di Polizzi Generosa. Essa si adagia su un alto sperone che staccandosi dalle vette più alte delle Madonie meridionali si protende verso la valle dell’Imera Settentrionale. Ampi e spettacolari sono quindi le panoramiche che offre: da un lato le alte vette dell’Appennino Siculo – dove si snodano alcuni dei sentieri più belli delle Madonie e crescono, allo stato spontaneo, gli unici esemplari al mondo di abete delle Madonie – che fanno da corona alla valle degli orti e dei noccioleti; dall’altro lato una lunga teoria di dolci rilievi che si susseguono fino alle province di Agrigento e Caltanissetta.

La cittadina si può raggiungere da tre diverse vie e da ognuna, una volta che si mostra – subito dopo una curva, un valico, o tra quinte di boschi – se ne ha un’impressione differente. La panoramica più bella, però, molto probabilmente si gode arrivando dalla strada della montagna, soprattutto quando le nuvole si stratificano alle quote più basse creando la caratteristica “maretta” e la cittadina sembra fluttuare in un mare di nuvole, in attesa di prendere il largo.

Le origini di Polizzi Generosa sono molto antiche. Alcuni studiosi ipotizzano che sia l’Atene siciliana di cui parla Diodoro Siculo. Altri che sia stata fondata dai bizantini. Di certo c’è, e questo lo confermano i numerosi reperti archeologici del IV-II secolo a.C. ritrovati nel corso degli anni, che Polizzi è stata abitata fin dall’antichità, mentre il nucleo attuale, molto probabilmente, si sia sviluppato durante la dominazione bizantina. Notevole sviluppo ebbe poi con l’arrivo dei Normanni e ancora di più nei secoli a venire divenendo una delle città più importanti della Sicilia e tra le poche città demaniali dell’isola. Federico II le attribuì il titolo di Generosa e nel corso dei secoli diede ospitalità a diversi regnanti. Tra essi si ricordano: la regina Elisabetta, moglie di Pietro II d’Aragona, che qui fondò il Monastero di Santa Margherita; il figlio Lodovico, re di Trinacria; la regina Maria, moglie di Martino il Giovane; la regina Bianca di Navarra e l’Imperatore Carlo V. Questo favorì la crescita di Polizzi e le permise di arricchirsi di tanti beni monumentali e artistici che oggi si possono ammirare nel loro splendore.

Una volta giunti nel centro abitato si consiglia di raggiungere subito Piazza Umberto I ed iniziare il “raccolto” itinerario di visita qui proposto. Presa la Via Mariano Rampolla, dove prospetta la casa in cui nacque il celebre prelato che fu Segretario di Stato di Leone XIII e non divenne papa per il veto dell’imperatore d’Austria, si raggiunge Palazzo Gagliardo, costruito a partire dalla seconda metà del XVI sec., di cui colpiscono i cantonali, ornati da eleganti bugnati, e il portale, tipici del manierismo maturo.

Poco più avanti si trova la Chiesa Madre che molti ritengono sia stata costruita all’arrivo dei normanni e fatta ampliare dalla contessa Adelasia, nipote di re Ruggero.

Di fronte alla Chiesa Madre si trova la Chiesa di San Gandolfo La Povera all’interno della quale si conservano due tele raffiguranti San Gandolfo, rispettivamente dello spagnolo Johannes de Matta e di Giuseppe Salerno.

Scesi nella vicina Via Carlo V si raggiunge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nota come Badia Nuova, costruita, con l’annesso monastero non più esistente ed appartenente all’ordine benedettino, nel 1499.

Più avanti si trova la Chiesa di San Nicolò de’ Franchis, una delle più antiche di Polizzi, dove nel 1260 morì, in fama di santità, il francescano Gandolfo da Binasco. Subito dopo la Chiesa di Santa Margherita o Badia Vecchia.

Ritornati in Piazza Umberto I si procede per Via Garibaldi dove si incontra l’imponente complesso architettonico della Chiesa di San Girolamo (attualmente, purtroppo, chiusa). La chiesa, con pianta ottagonale, fu progettata dall’architetto gesuita Angelo Italia e conserva un interessante portale in pietra intagliata in stile barocco.

Attiguo alla chiesa è l’ex convento dei Gesuiti, oggi adibito a sede del Comune. L’edificio ospita anche il Civico Museo Archeologico, dove sono esposti numerosi reperti, del IV-II sec. a.C., provenienti dalla necropoli ellenistica di San Pietro; la Biblioteca Comunale Lancia di Brolo, che vanta migliaia di volumi tra cui diversi incunaboli, cinquecentine e seicentine; il Museo del Giocattolo Antico.

Domina la scenografica scalinata, subito dopo sulla destra, la facciata del palazzo dei baroni Gagliardo di Carpinello. Continuando lungo la via principale della cittadina si incontra la casa dello stilista Domenico Dolce e poi si arriva in Piazza Trinità che, secondo i capricci della tramontana, si apre in un meraviglioso scenario fatti di monti, valli, colline e, sullo sfondo guardando verso nordest, due spicchi di mare al di qua e al di là del monte che ospita le rovine di Solunto. Indimenticabili certi tramonti che si godono da questo belvedere.

Enogastronomia, arti e mestieri

Sono diverse le tipicità locali: ci sono il fagiolo badda e il peperone di Polizzi, entrambi presidi Slow Food, da secoli coltivati esclusivamente negli orti a valle dei monti più alti delle Madonie; c’è lo sfoglio, torta a base di tuma, per secoli preparato dalle monache del monastero benedettino di Santa Margherita e dopo la soppressione degli ordini religiosi da tutte le famiglie polizzane che continuano a prepararlo nelle grandi occasioni; c’è il cunigghiu, piatto natalizio a base di verdure (niente carne di coniglio!); ci sono tanti altri piatti originali realizzati con i genuini prodotti del territorio.

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