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Biccari

San Vincenzo Valle Roveto

REGIONE

ABRUZZO

PROVINCIA

L’AQUILA

ABITANTI

2.115

SINDACO

Carlo Rossi

Comune di San Vincenzo Valle Roveto

Accanto al fiume Liri, lungo la Valle Roveto, immerso in un paradiso naturale ricco di boschi, corsi d’acqua e distese di verde, sorge San Vincenzo Valle Roveto, Comune che comprende otto paesi, tra i quali San Vincenzo Vecchio ed altri nuclei antichi di grande interesse storico, quali Morrea, San Giovanni Vecchio e Roccavivi.

Il panorama, che si presenta ai turisti che frequentano il Borgo di San Vincenzo Valle Roveto, è un paesaggio silenzioso, caratterizzato dalla presenza di estesi uliveti che conferiscono una nota di colore e fascino ad un ambiente già di per sé incantevole. Le meravigliose montagne ed i numerosi sentieri che conducono verso gli eremi, sono il luogo ideale per escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. Tipica del borgo è la produzione di un eccellente olio extravergine d’oliva biologico, “l’oro verde” motivo di orgoglio per tutti i Sanvincenzesi.
Il nome del borgo deriva dalla chiesa di San Vincenzo Martire, la cui esistenza è documentata già in un codice dell’XI secolo, perché appartenente all’Abbazia di Casamari. 

Casale di Morrea fino al Seicento, a partire dal XVIII secolo San Vincenzo venne annesso al comune centrale di Civita d’Antino, insieme a Morrea e Castronovo (1806), e pochi anni dopo conquistò l’autonomia. 
Il nucleo più antico, posto in posizione più alta rispetto all’attuale centro abitato, venne distrutto dal sisma del 1915, abbandonato da gran parte della popolazione e ricostruito più a valle. Parte della comunità rimase a vivere nel vecchio borgo che attualmente prende il nome di San Vincenzo Vecchio.

I Comuni del Welcome

Monumenti e luoghi di interesse

Simbolo del potere politico e militare, il Castello Piccolomini di Morrea venne costruito sul finire del ‘400 nella parte alta del paese. Di esso rimangono notevoli resti del recinto con bastioni semicilindrici sugli spigoli e la torre-mastio interna. L’antico maniero è stato per molti secoli, oltre che residenza estiva dei signori dell’epoca, anche sede di un’importante guarnigione militare.Nel territorio che circonda San Vincenzo Valle Roveto, sono presenti numerosi edifici religiosi degni di notaPoco distante da San Vincenzo Vecchio si trova l’Eremo della Madonna del Romitorio, una piccola chiesa a due piani. La costruzione appare come antichissima ma fa la sua prima apparizione in un documento del 1598, per cui non è possibile stabilire una data certa di edificazione. L’ingresso alla chiesa è adornato da un grosso arco. In fondo, dietro l’altare addossato alla roccia della montagna, vi è l’affresco della Vergine che tiene sulle ginocchia il Figlio Crocifisso.  Situato anch’esso in ambiente campestre, il Santuario di Maria delle Grazie di Roccavivi sorge sul lato sinistro delle pendici del Monte Pizzo Deta. Nell’area antistante il santuario si possono notare i ruderi di Rocca de Vivo, antico borgo di cui si hanno notizie in alcuni documenti risalenti al 1215.A Valle Roveto Superiore è possibile visitare il Santuario di San Diodato, dove sono custodite le sacre spoglie del Santo, XV Abate del Monastero di Montecassino, un’antica Croce in legno, l’altare e la statua lignea dedicati al Santo.Nel 1974, nella Chiesa di S. Restituta di Morrea, venne alla luce un affresco di scuola longobarda, dedicato alla Santa, e risalente al IX secolo.In seguito al restauro oggi è possibile ammirare l’opera in una delle cappelle laterali della chiesa. Nella frazione di Santa Restituta poi, è stato rinvenuto nei pressi del cimitero, un cippo sepolcrale fatto preparare da un magistrato dell’antica Antinum (Civita d’Antino).

Enogastronomia, arti e mestieri
Cibi poveri, ingredienti genuini e un condimento d’eccellenza, l’olio extra vergine d’oliva, rappresentano i segreti della cucina tradizionale di San Vincenzo Valle Roveto.
Il territorio del borgo è costellato da uliveti secolari delle varietà autoctone Monicella ed Alvia, che testimoniano la pratica millenaria di questa coltura, risalente probabilmente all’epoca romana. La coltivazione autoctona e biologica degli uliveti, hanno consentito al borgo di San Vincenzo l’ingresso nel Presidio nazionale dell’Olio Extravergine italiano, promosso da Slow Food. Tra i piatti tradizionali che meglio esprimono il carattere del borgo troviamo: tagnarinae faciò, tagliolini con fagioli; sagne e baccalà; pagnotta degli e pastore, pagnottina di pane casareccio ripiena di broccoletti e salsicce. Tra i dolci tradizionali ricordiamo: tessechella, tipici della Pasqua e le crespelle del periodo natalizio.
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